“Abbiamo parole per fingere,
parole per ferire,
parole per fare il solletico.
Andiamo a cercare insieme,
le parole per amare.
Abbiamo parole per piangere,
parole per tacere,
parole per fare rumore.
Andiamo a cercare insieme
le parole per parlare.” (G. Rodari, S. Endrigo)
Una persona con cui stavo facendo un percorso – una volta – mi ha detto: “È una riflessione sul dosaggio delle parole. Ci sono persone che le lanciano in aria e dove cadono cadono”.
Ho trovato fondamentale questo pensiero sul peso delle parole, su come una parola non sia solo un segno o un suono ma ben di più – una parola è un significato, che oltretutto non ha lo stesso senso, valore e peso per ognuno di noi.
Credo sia importante fermarsi a pensare a quanto ciò che diciamo o che ci viene detto possa lasciare un segno – aprire una ferita o imprimere una carezza, chiudere la comunicazione o creare un’apertura, fermare una speranza o muovere un’intenzione.
La parola può essere uno strumento, ma anche un’arma. Dosare le parole che usiamo significa prendere in considerazione ciò che l’altro potrà provare quando le sentirà – e prendersene cura.