QUESTIONE DI LENTI

psicoterapia

“Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma i giudizi che essi formulano sulle cose.” — Epitteto

Quando siamo felici non è l’oggetto della nostra felicità a renderci felice, ma ciò che per noi esso rappresenta. Quando ci arrabbiamo con qualcuno, non proviamo rabbia per ciò che quella persona ha fatto ma per quello che per noi significa ciò che essa ha fatto.

Ciò che proviamo e facciamo è guidato dal significato che attribuiamo a ciò che ci accade e che ci circonda – è influenzato dalle lenti che usiamo per guardare il mondo.

Ad esempio, se scegliamo di indossare le lenti del giudizio, tenderemo a leggere tutto ciò che ci accade – un commento ricevuto al lavoro, una frase detta da un amico, un consiglio dato dal partner – come una critica, un giudizio, una svalutazione di sé come persona.

Provando a cambiare le lenti che stiamo usando, potremmo rivalutare quel commento, quella frase, quel consiglio, come aiuto, affetto, amore, incoraggiamento, interesse – o anche invidia, paura, dolore, stanchezza.

Perché bisogna ricordarsi che quel commento, quella frase, quel consiglio arrivano da una persona – una persona che come noi usa delle particolari lenti per leggere ciò che gli altri fanno, sulla base dell’esperienza che ha fatto, di cosa le è stato insegnato, di cosa per lei è stato più utile fino a quel momento.

La cosa più difficile spesso è accettare che perché qualcosa cambi non dobbiamo cambiare le cose che ci circondano o le altre persone – ma dobbiamo cambiare noi stessi. E così imparare a usare tanti tipi diversi di lenti, per imparare a vedere il mondo in tanti modi diversi.

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