La relazione tra persone è uno spazio in cui ognuno porta se stesso e in cui cerca di realizzare un incontro con l’altro, processo che non sempre risulta semplice. Spesso la relazione con l’altro apre interrogativi su quanto sia possibile e desiderabile aprirsi ed esporsi, su quanto possa essere arricchente o quanto invece pericoloso, su quanto mostrare le parti di sé più delicate possa permettere un vero contatto o lasciarci feriti e inermi. Spesso sorgono domande su quale sia la distanza migliore, su quale possa essere un giusto equilibrio tra vicinanza e lontananza, tra lo spazio che dedico a me e lo spazio che dedico a te.
Le paure più comuni riguardano la possibilità che l’altro veda quelle che riconosciamo come nostre vulnerabilità, debolezze, fragilità e che possa usarle per per giudicarci, per ferirci, per farci sentire inferiori, per usarci. Per questo passiamo gran parte del tempo a trovare dei modi per proteggerci da un Altro che facciamo fatica a capire e con cui a volte non sappiamo come relazionarci. Il conflitto viene dunque spesso vissuto come una battaglia in cui uno cerca di affermarsi sull’altro, per difendere ciò che ha di più delicato e personale.
Ciò a cui facciamo più fatica a lasciare spazio è la possibilità di vedere l’Altro come una persona, che in quanto tale, come noi, porta con sé le nostre stesse paure e vulnerabilità, anche se vissute, espresse e manifestate in modi differenti. Difficilmente, nel nostro tentativo di difenderci, riusciamo a comprendere l’altro, a vedere il mondo partendo dal suo punto di vista e non dal nostro. Ci chiudiamo nel nostro universo per paura che venga intaccato dall’altro, impedendo però così che venga toccato dall’altro. Ci incrociamo, ma difficilmente ci incontriamo.