QUANDO TUTTO DIVENTA PRESTAZIONE

Vi capita mai di avere la percezione che la vita sia un continuo rincorrere qualcosa? Proiettarsi nel futuro, raggiungere obiettivi, diventare qualcuno, avere qualcosa. È come se qualcuno ci dicesse: “se non fai qualcosa di valore, non sei nessuno”, “se non sai cosa vuoi, non sei di valore”, “se non hai successo, sei un fallito”.

Di fronte a questa richiesta implicita alcune persone – che non hanno la minima idea di cosa vogliano, che non si sentono abbastanza competenti o nel momento giusto per prendere una decisione definitiva – si possono trovare a rincorrere un obiettivo che qualcuno gli ha incollato addosso o ad andare avanti per inerzia, sperando che qualcosa – ad un certo punto – gli farà capire chi essere e dove andare. Possono sentirsi inadatte, incapaci, sbagliate, incastrate – e iniziare a pensare che quello che gli altri (ritenuti capaci e adatti) fanno o inseguono debba andare bene anche per loro.

Altre persone possono scegliere un obiettivo che sentono che gli corrisponde e andare dritte, camminando decise – a volte correndo – venendo però colte ad un certo punto da mille paure: “Lo voglio davvero? Sarò capace di reggere? Sarò abbastanza bravo? Era quello l’obiettivo o è solo l’inizio di qualcos’altro? Quello che ho fatto finora sarà sufficiente? Perché gli altri sembrano sempre più avanti di me? Sarò felice di raggiungere l’obiettivo? E se non ne sarò felice, avrò buttato il mio tempo? Cosa farò poi? Chi sarò?“.

A volte ci dimentichiamo che il principale punto di riferimento per le nostre scelte siamo noi e ciò che sentiamo che ci fa star bene – che nella vita si può sbagliare – che il “successo” non ha lo stesso significato per tutti – che bisogna avere pazienza – che i desideri possono cambiare – e quando ce ne dimentichiamo ci ritroviamo terrorizzati e confusi da tutte le nostre paure.

La paura, l’insoddisfazione e la frustrazione possono essere un blocco, ma anche un motore. Se non ci facciamo spingere nell’angolo, pietrificati, ci possono indurre a dare di più, a farci domande, a metterci alla prova, a sperimentarci – seguendo i nostri tempi e i nostri bisogni, facendo ogni passo solo quando sentiamo che il nostro corpo può sostenerlo.

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